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“Nonostante il contratto del settore telecomunicazioni sia scaduto ormai da due anni, dopo una trattativa serrata che sembrava essere arrivata ad un buon punto, lo scorso 18 dicembre – data in cui si prevedeva di chiudere la negoziazione – Asstel, l’associazione di categoria aderente a Confindustria che rappresenta la filiera delle telecomunicazioni, ha deciso di evitare di entrare nel merito dei punti irrisolti della contrattazione e soprattutto non ha fornito nessuna rassicurazione sull’aumento contrattuale richiesto dalle organizzazioni sindacali determinando la rottura del tavolo. E tutto questo succede mentre sono molti i Call Center che stanno uscendo dal CCNL
TLC per passare al Contratto Cisal, decisamente meno remunerativo e con
molte meno garanzie e tutele rispetto al primo. Ce n’è abbastanza per dire basta e proclamare lo sciopero nazionale!”.
Slc Cgil, Fistel Cisl e Uil Com l’avevano annunciato e così è stato. Ieri, lunedì 31 marzo, 20 piazze italiane si sono riempite delle lavoratrici e lavoratori del settore delle Telecuminicazioni e dei call center e anche Padova ha fatto la sua parte. Una cinquantina di operatori del settore, infatti, hanno fatto un presidio e sventolato le bandiere dei sindacati confederali sotto le finestre di Confindustria Veneto Est per chiedere agli industriali di ritornare al tavolo delle trattative per il rinnovo del CCNL e per sollecitare con forza regole che mettano in sicurezza il settore e politiche che rilancino un settore strategico per l’intero sistema paese.
“Una mobilitazione che ha colto nel segno – ha detto Alessandra Milani, Segretaria Regionale della Slc Cgil Veneto – per un rinnovo contrattuale di un settore che nella nostra provincia dà lavoro, compreso l’indotto, a circa 6 mila dipendenti. Una protesta sacrosanta causata dall’atteggiamento di Asstel assolutamente refrattaria a venire incontro alle nostre rivendicazioni economiche che sono molto semplici: vogliamo 260 euro in più, che ci sembra una cifra minima per riuscire a ripristinare un po’ di potere acquisto dei salari di lavoratrici e lavoratori eroso dall’inflazione degli ultimi anni. E tutto ciò avviene in un settore strategico e di vitale importanza che, grazie al lavoro delle operatrici e operatori, non si è mai fermato neanche in piena pandemia. È chiaro che se Asstel continuerà a non voler sentire parlare di aumento, il livello di scontro non potrà che alzarsi con un’intensificazione della mobilizzazione”.
Il servizio di Telenordest sulla protesta di Slc Cgil Veneto, Fistel Cisl Veneto e Uil Com Veneto
con delega a: Area TLC ed Emittenza
con delega a: Area Industria, PMI e Artigianato
con delega a: Area Servizi Postali
con delega a: Area Produzione Culturale
Si tratta di una struttura della Cgil che si è costituita dopo lo scioglimento di due federazioni, Filis ( federazione italiana lavoratori informazione e spettacolo) e Filpt ( federazione italiana lavoratori postelegrafonici). Rappresenta i lavoratori delle aziende che operano nel settore dell'informazione del sistema radiotelevisivo pubblico e privato, delle telecomunicazioni e delle poste, grafici, poligrafici e cartai, teatri.
SLC Sindacato Lavoratori della Comunicazione è il sindacato di categoria della CGIL nato nel 1996 dall'accorpamento di più categorie per rappresentare i lavoratori preposti alla ideazione, produzione e distribuzione di beni immateriali. Circa 40 i Ccnl di riferimento per i vari settori.
Organizza oltre 100.000 iscritti fra i lavoratori delle aziende di telecomunicazioni, servizi postali, emittenza radiotelevisiva pubblica e privata, della filiera della carta (carta, cartotecnica, grafica, agenzie di stampa, quotidiani e periodici), produzione culturale (teatro, musica, cinema, danza, fondazioni lirico-sinfoniche), delle attività sportive e dei casinò.
Sono affiliati a SLC-CGIL: SAI (Sindacato Attori Italiano), SIAM (Sindacato Italiano Artisti della Musica), SILF (Sindacato Italiano Lavoratori del Fumetto), SINAGI (Sindacato Nazionale Giornalai d'Italia).
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