SEDI | ORARI CONSULENZA |
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Anche nelle città universitarie venete – come a Milano, Roma, Bari, Firenze e Torino e in altre realtà – sono partite le mobilitazioni degli studenti universitari per protestare contro il caro affitti e per il diritto allo studio.
Ieri pomeriggio è iniziato il presidio permanente di studenti e studentesse che hanno montato le tende davanti al Palazzo del Bo, sede centrale dell’Ateneo patavino. Lo stesso sta accadendo a Venezia. Si accampano per denunciare una situazione non più sostenibile: alloggi sempre più difficili da trovare, e quando li si trova hanno prezzi altissimi, sopra i 500 euro a stanza.
“Con questi costi – dichiarano Tiziana Basso (segretaria generale Cgil Veneto) e Marta Viotto (segretaria generale Flc Cgil Veneto) – i figli di una buona parte della popolazione non possono permettersi gli studi universitari.
Per esempio a Padova, una città con oltre 70 mila universitari, l’Esu, l’ente regionale per i servizi universitari, non costruisce alloggi da oltre 40 anni. I posti oggi disponibili sono circa 1300 a fronte di almeno 15.000 richieste.
È inaccettabile il balletto indecoroso delle istituzioni, che scaricano su altri le loro la responsabilità. Si decide di usare i fondi Pnrr per le armi ma non per l’edilizia studentesca, e le poche risorse previste per questo capitolo vengono affidate ai privati; le Regioni dimenticano che il diritto allo studio è una loro competenza e non mettono le risorse sufficienti per garantire le borse di studio a tutti gli aventi diritto. Anche i Comuni dovrebbero avviare politiche che favoriscano le offerte di affitto a prezzi calmierati e penalizzando chi specula, perché la presenza di studenti nelle città è una risorsa per tutti.
Gli studenti chiedono di essere ascoltati e vogliono un tavolo di confronto con tutti i soggetti istituzionali.
Il Sindacato è al loro fianco. E anche la manifestazione unitaria di Milano che si terrà domani, sabato 13 maggio, rivendicherà politiche abitative in grado di affrontare l’emergenza abitativa, e il varo di un piano di edilizia residenziale pubblica per cittadini e studenti.
C’è poi il tema, non meno importante, del trasporto pubblico: vanno rafforzate le corse e ridotti i costi per rendere più agevole il raggiungimento delle sedi universitarie.
La politica deve dare risposte concrete non più rimandabili, se non vogliamo che l’Università sia una prerogativa per pochi benestanti. Il diritto allo studio deve essere una priorità, se non vogliamo continuare a restare il fanalino di coda tra i paesi UE: in Italia solo il 29% tra i 25 e i 34 anni è laureato“.
La Federazione Lavoratori della Conoscenza, FLC CGIL, è nata nel 2004 con la fusione tra la CGIL Scuola e il Sindacato Nazionale Università e Ricerca. Il Congresso costitutivo si è tenuto dal 15 al 18 febbraio 2006 a Trieste e Portorose (Slovenia). La FLC è, quindi, nata in Europa. San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) ha ospitato i lavori del 2° Congresso nazionale.
La FLC è il sindacato di tutti coloro che lavorano nei settori della scuola (pubblica, privata e scuole italiane all'estero), dell'educazione degli adulti, dell'università (pubblica e privata), della ricerca (pubblica e privata), della formazione professionale, dell'alta formazione artistica e musicale. In un parola, è il sindacato di chi lavora nei settori della conoscenza: dirigenti, docenti, amministrativi, collaboratori scolastici, tecnici, tecnologi, ricercatori, qualunque sia il loro rapporto di lavoro (pubblico o privato), a tempo indeterminato, determinato, di collaborazione, precario.
La FLC è nata per riunire in un contesto organico tutto il ciclo della conoscenza, rafforzare la rappresentanza dei lavoratori e le loro tutele, essere il punto di riferimento politico e professionale di un mondo che associa a tante diversità (competenze, profili) tanti punti in comune (i saperi sono uno strumento fondamentale per dare alle persone pari opportunità).
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