• Home
  • Notizie
  • Infortuni sul lavoro: più 16% nel padovano. Cgil Padova: “Il profitto da solo uccide. Servono regole e formazione”

Infortuni sul lavoro: più 16% nel padovano. Cgil Padova: “Il profitto da solo uccide. Servono regole e formazione”

Pagina de il Mattino di Padova di oggi sul tema degli infortuni sul lavoro che, nel 2021, risultano aumentati del 16%. Secondo I dati dell’Inail, infatti, da gennaio a novembre del 2021, sono stati 11.584 contro I 9985 dello stesso periodo dello scorso anno.

Dice Dario Verdicchio, Segretario Confederale della Cgil di Padova con delega alla sicurezza: «Si tratta di un aumento delle denunce per infortuni sul lavoro che non si spiega solo con il Covid. Dietro c'è una logica che va denunciata ed è quella del profitto. È la ripresa economica, la spinta a lavorare, che ha aumentato il trend e per questo aumento ci sono ragioni ben precise, che non hanno nulla a che fare con la pandemia. La prima vera causa di morte è il precariato: lavoratori inesperti, chiamati a fare un lavoro per il quale non sono sempre preparati»

«Un altro problema molto grave – continua Dario Verdicchio – è dato dall’età delle persone al lavoro che sono sempre più anziane. Questo avviene perché si pretende che si resti al proprio posto ben oltre quello che sarebbe consigliabile da un punto di vista della sicurezza. E infatti gli over 60 sono una delle voci maggiori rispetto alle stesse denunce per infortuni». Accanto a questo, non trascurabile è stato anche il colpo assestato dal Covid: «Il virus ha inciso – sottolinea Verdicchio – secondo i dati Inail regionali, per il 15,8% nella nostra provincia, colpendo sul lavoro in particolare la fascia d'età 50-64 anni (il 10,8%) e il settore della sanità e dell'assistenza sociale (addirittura il 77%). Significa che gli infortuni da Covid sono stati denunciati per tre quarti negli ospedali e nelle case di cura e di riposo, mentre un quarto ha riguardato gli assistenti sociali per anziani e disabili»

Una situazione che fortunatamente è stata affrontata con i protocolli per la sicurezza che, in effetti, hanno decisamente inciso positivamente contro la diffusione del virus negli ambienti di lavoro: «Al Covid abbiamo trovato, tutti assieme, delle soluzioni», continua il responsabile della Cgil, «ma al resto del dramma delle morti sul lavoro ancora no, malgrado l'impegno su più fronti: il Governo ha dato un segnale forte con le sanzioni più pesanti e il fermo dell'attività in caso di non rispetto delle norme sulla sicurezza; ha anche aumentato il personale ispettivo, al contrario del governatore Luca Zaia che continua a mancare la promessa di potenziare lo Spisal. Ma tutto questo non basta, il fenomeno va aggredito da altri punti di vista: la repressione da sola non può bastare perché non avrai mai tanti ispettori quante sono le aziende. Serve formazione e serve farla bene. Serve contrastare il precariato e il lavoro delle persone over 60». A dirlo, conclude l’articolo che cita i numeri dell’Inaila, gli infortuni mortali in Veneto che si sono concentrati nella fascia di età 45-64 anni, precisamente 17 mortali tra i 45 e i 49 anni, 10 tra i 50 e i 54, 16 tra 55 e 59 anni e 11 tra 60 e 64 anni, ovvero 54 persone morte su 97 totali».

Via Longhin, 117 Padova Tel. 049-8944211 - Fax 049-8944213 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. PEC : Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Per il Caaf chiamare il Centro Unico di Prenotazione tel. 0497808208


© All rights reserved. Powered by Cybcom.

Torna all'inizio