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12 marzo 2023: seconda giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e sociosanitari

Fp Cgil Padova: “I dati sull’andamento degli infortuni e delle aggressioni presentati dal servizio prevenzione e protezione dell’Ulss 6 nel 2021 destano preoccupazione e confermano l’insofferenza che si vive nei settori socio sanitari nella nostra Provincia, il cui peso ricade tutta sul personale che paga sulla propria pelle i tagli alle risorse destinate ai servizi pubblici”

“Necessaria una vera applicazione della Legge 113/2020 – Violenza sugli operatori sanitari, anche nei suoi aspetti preventivi verso le aggressioni al personale socio sanitario ma serve soprattutto un robusto piano di investimenti per rilanciare il settore socio-sanitario pubblico”

 

Il 12 marzo 2023 cade la seconda “Giornata Nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e sociosanitari”, istituita in Italia nel 2022, nello stesso giorno di quella europea.

“Si tratta di una data – dice Alessandra Stivali, Segretaria Generale della FP Cgil di Padova – che più passa il tempo, più sarà destinata ad assumere un sempre maggior significato se non si interverrà seriamente per mitigare il clima di tensione che si respira nei settori socio sanitari, anche della nostra Provincia, sempre più insostenibile. Un’insofferenza dovuta alla mancanza di risposte da parte dei servizi, per la cronica carenza di organico e i ritardi post covid, che spesso creano delle brutte reazioni da parte di pazienti e utenti verso lavoratrici, lavoratori, sia che appartengano alla dirigenza medica, al personale infermieristico, agli OSS o al personale tecnico-amministrativo”.

“Come Fp Cgil – prosegue la sindacalista – abbiamo richiesto che si apra un tavolo nel rispetto della legge nazionale contro le aggressioni e violenze, con il coinvolgimento, sia per l’Ulss 6, lo Iov e l’Az Ospedaliera, di tutti gli attori istituzionali, con un approccio formativo e di tutela del personale. I dati dati parlano chiaro: il portale Regionale Veneto “Gestione Rischio Clinico e Sicurezza del Paziente e Incident Reporting” ci dice che nel 2021 sono pervenute 96 segnalazioni di aggressioni, raccolte in un database interno e raggruppate per aree di segnalazione, allo scopo di analizzare i dati relativi agli episodi di violenza verificatisi e definire le adeguate misure di risposta. Segnalazioni che sono state esaminate in occasione di 5 incontri del Gruppo di Valutazione Multidisciplinare Azienda (GDVM) effettuati nel periodo giugno-dicembre, con sopralluoghi e 7 audit riguardanti plurime segnalazioni raggruppate nell’analisi per sede di evento”

“Infine – conclude Alessandra Stivali – una considerazione: i casi di infortunio sul lavoro accertati dall’Inail e codificati come violenze e aggressioni, per quanto sempre più alti, sono sicuramente un numero decisamente più basso rispetto all’effettivo, vale a dire che le statistiche valgono fino ad un certo punto perché non sempre chi subisce poi denuncia. E questo avviene per svariati motivi: per paura, per senso del dovere, per inerzia rispetto agli eventi. Tutte ragioni su cui, come sindacato, non possiamo non interrogarci e che ci spingono a continuare a batterci per garantire il personale sia sotto il profilo delle tutele che della sicurezza. Ma accanto a questo, non possiamo però non chiedere quando, chi ha responsabilità politiche e istituzionali comprenderà che la situazione sociale è sempre più esplosiva  e che le aggressioni al personale sanitario ne sono solo un sintomo rivelatore. Perché possiamo continuare a chiedere che la ‘Legge 112/2020 – Violenza sugli operatori sanitari” venga applicata in tutti i suoi aspetti, monitorata e sostenuta ma è solo con un generale vigoroso piano di potenziamento dei servizi socio-sanitari, per cui sono necessari adeguati investimenti, che si potranno prevenire violenza e aggressioni e invertire questa tendenza”.

 

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