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Referendum, bagno di folla per Landini, ieri a Padova per promuovere i "Sì"

Ieri pomeriggio, sabato 24 maggio, il segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, è stato a Padova per sostenere il "Sì" ai referendum sul Lavoro e la Cittadinanza, che si terranno l'8 e 9 giugno. Ha partecipato a un banchetto informativo organizzato dal Comitato Referendum, spiegando le ragioni del voto e passeggiando per circa due ore per le piazze e le vie del centro distribuendo centinaia di volantini, stringendo tantissime mani e concedendosi pazientemente ad altrettanti selfie con le cittadine e i cittadini con cui sovente si è intrattenuto a discutere.

"Il nostro obiettivo - ha detto il leader della Cgil - è raggiungere il quorum e superare il 50% dei votanti. Questo è l'unico modo per cambiare le 'leggi balorde' che hanno portato a un aumento della precarietà, impoverito il lavoro e incrementato infortuni e morti sul lavoro, anche a causa degli appalti e subappalti"

"Il voto - ha proseguito Landini - è un atto di libertà, che permette ai cittadini di modificare leggi introdotte dai vari governi. In verità, essendo molte le 'leggi balorde' in questo, erano molti di più i referendum che avremmo voluto proporre ma abbiamo dovuto fare per forza di cose una selezione e la scelta è ricaduta su lavoro e cittadinanza perché il lavoro è fondamentale per la dignità e la vita, e senza di esso non c'è democrazia. Ecco perché la scarsa partecipazione al voto che si registra alle elezioni in generale è un pessimo segnale. Ma sebbene il compito non sia facile, noi crediamo che il quorum in questa consultazione referendaria possa essere raggiunto perché i referendum non chiedono un voto a favore di questo o quel partito oppure di un governo, ma mira a dare alle persone la possibilità di cambiare, di rivendicare i propri diritti e di garantire un futuro ai giovani".

"Ed è necessario farlo - ha concluso Maurizio Landini - perché questo modello produttivo fa acqua da tutte le parti, basta pensare quel che richiede in termini di vite umane. Proprio recentemente un giovane padovano di 25 anni che lavorava in subappalto in Trentino è morto a causa di un infortunio come purtroppo capita a tanti visto che la maggior parte degli infortuni e dei decessi avviengono proprio nelle piccole imprese e colpiscono, spessissimo, lavoratori in appalto. Ecco perché su questo punto abbiamo deciso di promuovere un quesito referendario perché vogliamo bloccare questa pratica, rendendo chi appalta le attività responsabile della salute e sicurezza dei lavoratori. Bisogna farlo perché siamo di fronte ad una vera e propria strage, con una media di tre morti sul lavoro al giorno e 500mila infortuni all'anno, una situazione che non si riscontra in nessun altro Paese industriale europeo. E, come ha sottolineato anche l'INAIL, cquesto è principalmente dovuto alla precarietà dei lavoratori e alle aziende in appalto".

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