Conferenza stampa ieri, mercoledì 2 luglio, della Fp Cgil Padova e Uil Fpl Padova per spiegare con chiarezza e responsabilità le ragioni per cui i due sindacati confederali hanno deciso di non firmare la pre-intesa per il rinnovo del contratto della Sanità avvenuta lo scorso 18 giugno 2025
“È stata una scelta difficile – dicono la Segretaria Generale della Fp Cgil Padova, Alessandra Stivali e Francesco Scarpelli, Segretario Generale della Uil Fpl – ma necessaria. Una scelta presa con coscienza e convinzione nel pieno rispetto verso chi lavora ogni giorno nella sanità pubblica, tra turni massacranti, carichi crescenti, organico sempre più ridotto e salari inadeguati.
Questi, in punti, le motivazioni per cui non abbiamo firmato:
1. Aumenti inadeguati: 6,8% contro inflazione al 17% “Il contratto prevede un aumento medio del 6,8%, a fronte di un’inflazione che ha superato il 17%. Questi numeri parlano chiaro e con questo nuovo che qualche altro sindacato invece ha voluto sottoscrivere, non si recupera il potere d’acquisto perso, dove ancora una volta i lavoratori vengono lasciati indietro. Non possiamo accettare un contratto che certifica un arretramento economico così pesante”.
2. Nessun riconoscimento del disagio e delle professionalità “Non c’è alcuna valorizzazione del disagio lavorativo e della complessità crescente dei ruoli. Dagli infermieri agli OSS, dai tecnici al personale amministrativo, tutti subiscono carichi crescenti, responsabilità sempre in aumento e peraltro senza alcuna contropartita normativa o economica”.
3. Tutto il personale ignorato: reparti, ambulatori, servizi, uffici “Questa pre-intesa, non dà risposte né a chi lavora nei reparti e nei pronti soccorso, né a chi è quotidianamente è impegnato nei servizi, negli ambulatori, nei laboratori, negli uffici tecnici e amministrativi. Eppure tutte queste professioni fanno ben funzionare il tanto decantato Sistema Sanitario Nazionale. Eppure questi Operatori ancora una volta rimangono invisibili? Ad un Governo che sembra abbia fatto un grande sforzo, ma è solo apparenza”.
4. Orario teorico contro orario programmato: un sistema che penalizza i lavoratori “Nelle aziende sanitarie pubbliche viene applicato esclusivamente l’orario teorico, un sistema che penalizza i lavoratori in modo evidente. Questo orario non tiene conto della reale articolazione dei turni e comporta riduzioni ingiuste nei giorni festivi, durante la fruizione di permessi o in caso di assenze programmate. FP CGIL e UIL FPL hanno chiesto con forza il riconoscimento dell’orario programmato, che rispecchia l’effettiva turnazione, evita che il personale vada sotto orario, anche se coperto da giustificativi, e consente una gestione più equa, trasparente e rispettosa dei diritti”.
5. Bocciatura netta della nuova figura dell’“Assistente Infermieristico” "FP CGIL e UIL FPL bocciano con fermezza l’inserimento nel contratto della nuova figura denominata ‘Assistente Infermieristico’. Questa creazione rischia di generare confusione tra i ruoli già esistenti dell’infermiere e dell’operatore socio sanitario (OSS), senza risolvere i problemi strutturali del personale. Di fatto, questa figura sembra pensata per colmare la carenza infermieristica in modo approssimativo, senza offrire soluzioni concrete e di qualità. Noi avevamo proposto di riconoscere gli OSS all’interno dell’area degli Assistenti, attribuendo loro il giusto valore e riconoscimento professionale. Allo stesso tempo, avevamo chiesto di individuare strumenti e percorsi formativi ed energetici che valorizzassero l’infermiere, rendendo questa professione più attrattiva e adeguatamente valorizzata per le nuove generazioni."
6. Parte normativa deludente e senza visione “Nessun passo avanti su progressioni di carriera, orari di lavoro, tutele per i turnisti o conciliazione vita-lavoro. Il contratto non affronta le sfide reali del lavoro nella sanità di oggi”.
7. Contrattazione integrativa bloccata “Abbiamo chiesto maggiore apertura alla contrattazione integrativa aziendale e territoriale, con più risorse nei fondi e strumenti concreti per rispondere ai bisogni delle diverse realtà. Anche qui, nessuna risposta concreta”.
8. Welfare aziendale finanziato con fondi risicati, non aziendali “Un ulteriore elemento inaccettabile è l’introduzione del welfare aziendale all’interno del contratto, finanziato non con risorse nuove o stanziamenti da parte delle aziende sanitarie, ma attingendo dai già risicati fondi del comparto. Qualcuno del Governo ci dovrebbe spiegare dov’è il vantaggio, se non vengono destinate ulteriori risorse. Questo significa, in concreto, che le misure di welfare resteranno sulla carta o verranno realizzate sottraendo ulteriori risorse ai lavoratori stessi. È una scelta che appare più come un’operazione di facciata che una vera risposta ai bisogni delle persone. Noi crediamo che un contratto serio debba prevedere investimenti reali e non scaricare sui lavoratori il peso di prestazioni che dovrebbero essere garantite dalle aziende. Questo significa, in concreto, che le misure di welfare resteranno sulla carta o verranno realizzate sottraendo ulteriori risorse ai lavoratori stessi. È una scelta che appare più come un’operazione di facciata che una vera risposta ai bisogni delle persone. Un contratto serio deve prevedere investimenti reali e non scaricare sui lavoratori il peso di prestazioni che dovrebbero essere garantite dalle aziende. Firmare questo contratto senza contenuti e senza coraggio avrebbe significato legittimare l’immobilismo e tradire la fiducia delle lavoratrici e dei lavoratori. La nostra non è una protesta sterile, ma una scelta di coerenza e responsabilità. La firma del Contratto sarebbe stata una resa. Vorremo ricordare che, con senso di responsabilità, Fp Cgil e Uil Fpl hanno sempre rivendicato il fatto che le risorse economiche non erano sufficienti a fronte di una inflazione mai cosi alta. E la risposta è sempre stata che non ci sono risorse. Ci viene detto ogni volta che siamo in una fase di rinnovo ma la cosa che questa volta più ci stupisce è che anche i Sindacati che hanno firmato pur essendo consapevoli che le risorse siano poche, anziché manifestare con noi, mantenendo l’unità sindacale, hanno comunque firmato, per la serie meglio questo che niente".
“Infine - precisa Francesco Scarpelli - vorrei focalizzare anche l’attenzione su una recente requisitoria, ovvero un atto formale, quindi non di parte, che qualche giorno fa il Procuratore Generale della Corte dei Conti, Pio Silvestri, del 26 giugno scorso, ha espressamente dichiarato che il diritto alla salute non può essere sacrificato da vincoli di bilancio, anzi il contrario, è il bilancio che deve adeguarsi alla tutela dei diritti fondamentali. Lo Stato non può trattare tutte le spese pubbliche allo stesso modo. La spesa per la Sanità non può essere facoltativa e contenuta per far quadrare i conti, il contrario invece devono essere adeguate per garantire il diritto alla salute che ogni cittadino deve avere. Tutti i professionisti del Comparto Sanità, non devono essere considerati come un costo da limitare, e quindi da sacrificare per far quadrare i conti, ma al contrario da valorizzare, tutelare e preservare”.
“Dopo la crisi economicadi qualche anno fa - dichiara Alessandra Stivali - e il successivo biennio legato alla pandemia, anche a fronte delle belle parole di apprezzamento espresse da esponenti politici di tutte le coalizioni per l’intera categoria, si pensava di poter realmente dare un segnale concreto e univoco. Invece la realtà è ben diversa, dove da anni è in atto una campagna denigratoria verso il personale del Pubblico Impiego a vantaggio dei privati. Oggi addirittura ci si trova a firmare dove a fronte di una inflazione fuori controllo, l’aumento medio prospettato è di soli 45 euro al mese”.
“Fp Cgil e Uil Fpl continueranno a lottare per un contratto giusto, equo e dignitoso - concludono i due sindacalisti - e auspichiamo che da qui alla firma definitiva possa succedere qualcosa, affinché questo contratto non venga ratificato a queste condizioni. Non ci fermeremo e non ci rassegniamo, finché non sarà riconosciuto il valore vero del lavoro nella sanità pubblica, la nostra è una battaglia anche rispetto alla Costituzione. Sia chiaro che non abbiamo interessi politici, la mobilitazione continuerà nell’interesse delle lavoratrici e lavoratori che giornalmente, nonostante le molteplici difficoltà anche in termini di sicurezza, per come possono, fanno funzionare un sistema che oggi presenta gravissime criticità. Difenderemo il diritto costituzionale, il diritto alla salute che ogni cittadino dovrebbe avere e che oggi non ha”.
Il Servizio di 7Gold Telepadova con le dichiarazioni di Alessandra Stivali e Francesco Scarpelli
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