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NON C'È PACE PER I LAVORATORI DELLA MAUS, QUESTA VOLTA LA CRISI SPAVENTA

Dalla domanda di Concordato Preventivo, presentata a novembre del 2017, ad oggi non c'è stata tregua per i lavoratori della Maus di Campodarsego. Con il precedente amministratore delegato  in questi ultimi due anni i rapporti sono stati molto tesi: ad ottobre 2018 il dirigente ha dato disdetta a tutti gli accordi aziendali e solo dopo molti incontri tra le organizzazioni sindacali (Matteo Breda per la FIM CISL e Anna Zanoni per la FIOM CGIL), RSU e azienda, a luglio di quest'anno, si è trovato un accordo. Grazie a quest'ultimo accordo sono stati ripristinati tutti gli istituti precedentemente disdettati. È stato regolamentato il premio di produzione, il premio di risultato e la quattordicesima, mentre gli altri istitutiti (trasferta, ore viaggio, straordinari,etc.) sono stati congelati fino a dicembre 2020 con l'auspicio che, nel frattempo, tramite incontri periodici si possano trovare soluzioni condivise nell'ottica di perseguire obiettivi di miglioramento. 

L'attuale amministratore delegato, il terzo in due anni, si è presentato alle organizzazioni sindacali e alle RSU aziendali, dopo vari solleciti rimasti inascoltati, per fare il quadro di una situazione a dir poco allarmante. 

La Maus oggi si trova nel pieno di un calo di commesse, che rischia di comprometterne seriamente il futuro. Ancora una volta i rappresentanti dei lavoratori sono reduci da un incontro, durante il quale è stata illustrata una situazione negativa senza però la presentazione di un piano industriale. Non bastante la gravità della situazione generale, la RSU è stata avvertita telefonicamente del fatto che verrà recapitata, tramite pec, l'avvio della procedura di licenziamento collettivo per 14 dipendenti. È inaccettabile per i lavoratori e per le OO.SS. che la comunicazione di apertura della procedura di licenziamento collettivo sia decisa e inviata senza nessuna avvisaglia e nessun confronto. 

La risposta dei lavoratori non poteva che essere immediata, ieri pomeriggio si è proclamato da subito lo stato di agitazione con scioperi programmati fino al prossimo incontro fissato per il 25 novembre tra la parte sindacale e quella datoriale. 

Le OO.SS. e le RSU in questo incontro si aspettano il ritiro della procedura, l'apertura di un tavolo di confronto per definire congiuntamente un percorso condiviso con le azioni necessarie per far fronte alla situazione determinatasi, che non può ricadere sui lavoratori facendo perdere il lavoro a 14 di loro. 

“Oltre tutto ciò, a distanza di una settimana i lavoratori hanno visto decurtati i trattamenti rimasti congelati fino al 31 dicembre 2019 anche questo senza nessuna comunicazione, nessun preavviso. Questo non è accettabile! I lavoratori non ci stanno, gli accordi devono essere rispettati, così come si devono rispettare con i fatti le persone che hanno sempre risposto alle necessità dell'azienda.

L'azienda si dovrà assumere tutte le responsabilità di questa gestione a dir poco superficiale e sconsiderata, priva di una qualsiasi strategia industriale che oggi si vuol far pagare ai lavoratori che invece rivendicano lavoro e rispetto!!” hanno dichiarato Anna Zanoni della Fiom Cgil e Matteo Breda della Fim Cisl.

 

Padova 19/11/2019

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