Sicurezza Riders a rischio per pochi euro in più

Pagina del Mattino di Padova oggi dedicata al tema della sicurezza dei riders delle piattaforme di food delivery e che ormai siamo abituati a vedere sfrecciare, soprattutto la sera verso l’ora di cena, per le vie e piazze della città. Capita spesso che viaggino senza fari, catarifrangenti o appositi giubbini per essere visti con il buio. Inoltre, altrettanto spesso, mentre pedalano tengono in mano il cellulare, aperto sulle mappe della città per poter trovare agevolmente l'indirizzo di consegna. È evidente che tutto questo, in un lavoro in cui la velocità è tutto, non fa che aumentare il rischio di incidenti anche se fortunatamente, dicono al comando della polizia municipale, gli incidenti che hanno coinvolto i riders, nonostante l'evidente problematica di mancanza dei fari e di utilizzo del cellulare, non sono molti.

Dice Massimo Cognolatto, Segretario Generale della Filt Cgil Padova: “Quello della sicurezza dei riders è un tema importante che andrebbe affrontato sia con le aziende di food delivery per cui lavorano, che con la polizia locale per un'attività di sensibilizzazione. Sarebbe giusto che le aziende dessero ai lavoratori dei mezzi idonei e sicuri, ma sappiamo bene che così non è. La maggior parte di questi lavoratori sono infatti partite iva, collaboratori, contratti particolari. Chi ha il mezzo di proprietà dell'azienda, che si impegna quindi anche a garantire la manutenzione, credo siano davvero pochi. La maggior parte dei riders utilizza un mezzo proprio che spesso e volentieri non ha i fari con tutto quello che ne consegue in termini di sicurezza”.

”Andrà avanti così – prosegue il Segretario Generale della Filt Cgil Padova – finché non succederà qualcosa e qualcuno inizierà allora a interrogarsi sulla sicurezza. Forse se le forze dell'ordine iniziassero un'operazione di sensibilizzazione a partire da controlli mirati, i diretti interessati capirebbero il pericolo che corrono. E poi bisognerebbe sensibilizzare anche le società di food delivery per cui lavorano e renderle coscienti della responsabilità che hanno. E lo stesso discorso vale anche per l'uso del cellulare in bicicletta. Per esempio, ci sono dei dispositivi che si applicano al manubrio dove va inserito il telefono. In questo modo si hanno le mani libere per poter guidare. Anche in questo caso quasi nessun riders utilizza o è conoscenza dell'esistenza di questo dispositivo”.

“Un mondo, quello dei Riders – conclude Cognolatto – costituito per la maggior parte da lavoratori stranieri, dove alcuni non parlano neppure l'italiano, e pochissimi si vogliono affidare al sindacato per paura di perdere il lavoro”.

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