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13 maggio 2021, presidio davanti Inail e Facoltà di Ingegneria

13 maggio 2021, presidio davanti Inail e Facoltà di Ingegneria per ricordare i morti sul lavoro e per l’anniversario della tragedia alle Acciaierie Venete di tre anni fa

GIOVEDÌ 13 MAGGIO 2021

PRESIDIO UNITARIO 

PRESSO LA SEDE DELL’INAIL dalle ore 10.30 (via Nancy, 2) e

LA FACOLTÀ DI INGEGNERIA DELL’UNIVERSITÀ DI PADOVA alle ore 11.30 (Lungargine Piovego, 1)

I sindacati dei metalmeccanici di Padova hanno deciso di proclamare per questa settimana un’iniziativa per fare in modo che non si abbassi l’attenzione sulla quotidiana strage di lavoratrici e lavoratori che continua a perpetuarsi con un ritmo spietato e incessante su tutto il territorio nazionale. Attraverso lo slogan “LAVORARE PER VIVERE CON DIGNITÀ E NON PER MORIRE!” c’è la ferma volontà da parte di Fim Fiom Uilm insieme alle Rsu, alle lavoratrici e ai lavoratori, di non dimenticare tutti coloro che sono morti sul lavoro e la necessità di ricordare, in occasione del terzo anniversario della tragedia accaduta il 13 maggio 2018 nello stabilimento padovano delle Acciaierie Venete, Sergiu Todita e Marian Bratu, morti fra atroci sofferenze a causa del drammatico “incidente” che coinvolse anche altri due operai della ditta in appalto, provocando loro ferite e gravi conseguenze.

I luoghi dei due presidi sono stati scelti con la precisa volontà di dare il vero volto alle tragedie che si consumano nei luoghi di lavoro. La sede dell’Inail è stata scelta perché è l’ente che si dovrebbe occupare della prevenzione, della cura e delle tutele legate agli infortuni sul lavoro e alle malattie professionali. La facoltà di Ingegneria dell’Università di Padova è il luogo dove si studia cosa, come e dove produrre. È, dunque, il luogo d’origine dei processi produttivi e dove si possono prevedere gli effetti sulla salute e sicurezza dei lavoratori e dell’inquinamento ambientale. Il profitto, pertanto, non può essere l’unico punto di vista che determina le condizioni della vita lavorativa delle persone e dell’ambiente

Per le tre sigle sindacali le condizioni e le modalità di lavoro devono cambiare e la sicurezza sul lavoro dev’essere la priorità per tutti: lavoratori, aziende, enti di controllo e governo.

Innovazione, ricerca e sviluppo hanno bisogno di risorse nuove e non di finanziamenti a fondo perduto alle aziende in cui non viene verificata l’attuazione e l’adozione di misure adeguate per la sicurezza delle persone. L’uso delle tecnologie 4.0 più avanzate e ad una nuova organizzazione del lavoro possono migliorare le condizioni di salubrità e sicurezza degli ambienti di lavoro. Inoltre, non vanno messe in discussione le norme del codice degli appalti che con la logica della semplificazione e liberalizzazione intervengono sul costo del lavoro smantellando regole e diritti e mettono in competizione i lavoratori fra loro.

Gli organismi di controllo e di ispezione come lo Spisal vanno rafforzati aumentando l’organico e formandolo rispetto alle diversità delle tipologie produttive dei vari settori industriali. La sorveglianza 

 

 

sanitaria nei luoghi di lavoro non può più essere affidata ad un sistema privato sovvenzionato direttamente dalle singole imprese, ma dev’essere pubblica e indipendente.

 

Va rimossa la precarietà come condizione di ricatto dei lavoratori che devono essere coscienti dei propri diritti e che non devono essere costretti ad accettare qualsiasi compromesso pur di lavorare. 

Proprio perché i lavori non sono tutti uguali e non possono essere svolti a qualsiasi età e in qualsiasi condizione è necessario rivedere la normativa dei lavori usuranti e gravosi e il diritto di accesso alla pensione abbassando l’età e la quantità di anni necessari per accedervi.

 

Le lavoratrici e i lavoratori non possono essere sacrificabili in nome del profitto. Essi sono il cuore, il motore e il futuro del nostro Paese com’è stato dimostrato anche durante la pandemia tutt’ora in atto. 

I metalmeccanici padovani, il 28 marzo 2019, con l’urlo “O ti fermi o muori” ribadirono la centralità e il valore dei lavoratori e, oggi come allora, confermano il proprio impegno a non accettare la morte come un’eventualità possibile del lavoro.

 

 

Padova 12/05/2021

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